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La riabilitazione Neurocognitiva di Carlo Perfetti 

La Riabilitazione Neurocognitiva ideata dal Professor Carlo Perfetti sostiene che per il recupero del movimento non ci si possa rivolgere solo al corpo come comunemente si pensa, ma è necessario rivolgersi a corpo e mente intesi come unità. Ogni azione infatti è compiuta in maniera unitaria da mente e corpo e ciò permette all'uomo di muoversi, percepire, provare emozioni.

Ogni volta che l'uomo agisce, conosce una direzione, una distanza, un contatto, una pressione. Ogni esercizio è pensato perchè il paziente porti attenzione al proprio corpo, lo percepisca, ne conosca e comprenda il movimento e quindi ritorni a sentire il piacere del contatto con quella parte del corpo che a causa della patologia ha perso quest'abilità. Non è lo sforzo o allenamento che aiutano il paziente nel suo percorso di recupero, ma la sua attenzione, la sua percezione, la sua capacità di immaginare.
La Riabilitazione Neurocognitiva è un processo di apprendimento attraverso cui il paziente ritorna di nuovo a muoversi con il proprio corpo, sentendolo, pensandolo, immaginandolo. Attraverso la domanda che il terapista pone in esercizio il paziente attiva con determinate modalità i suoi processi cognitivi quali l'attenzione, la memoria, il linguaggio, l'immaginazione. L'attivazione dei processi cognitivi comporta l'attivarsi di contrazioni muscolari con intensità, spazialità, e velocità, di volta in volta appropriata e coerenti con l'intenzione di partenza.
La patologia altera in maniera anche grave l'azione del malato in quanto vengono distrutte le cellule, le fibre e le connessioni tra le diverse fibre neurali, che sono invece utili a organizzare in maniera corretta l'azione. Il malato non riesce più a sentire il proprio corpo nello spazio, a organizzare le diverse direzioni del movimento, ha difficoltà a graduare la contrazione muscolare e a progettare l'azione attraverso una corretta rappresentazione dell'azione stessa.
Nella Riabilitazione Neurocognitiva un processo cognitivo molto importante ai fini dell'apprendimento è il confronto. Confrontare l'azione svolta con l'arto sano con un'azione vista in terza persona, con l'azione di un'immagine che il paziente svolgeva prima della lesione, può aiutare il cervello a organizzare le sue strutture.

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